N. 4 - Aprile 2007 |
|||||||
Il neo dott. Michele Fumanti ci parla della sua tesi di laurea Il silenzio di Santa Cecilia
Quindi ho centrato il discorso sullEstasi di Santa Cecilia, sulla sua descrizione e sulla storia della sua commissione, per calare il dipinto nel suo tempo, ed ho rintracciato interessanti collegamenti con la vita culturale dellepoca. Secondo gli uoinini rinascimentali il mondo era stato creato e si basava su rapporti musicali, grazie ai quali Dio aveva creato ordine dal caos. Questa idea sarà alla base della cultura da Pitagora fino alla rivoluzione scientifica del 600. La Musica in questo universo era lunica disciplina che accoglieva in sé naturalmente quei rapporti ai quali ogni arte doveva rifarsi per rispecchiare la bellezza e la perfezione divina. Da qui la sua natura tripartita, descritta nel De Istitutione Musica di Boezio: musica strumentale, musica umana e musica celeste. La musica suonata era dunque solo un modo possibile di intendere la disciplina, che poteva, oltre che risuonare sensibilmente, anche essere pensata come Armonia umana o celeste. Tale tripartizione è visibile anche nella composizione del dipinto stesso. Tuttavia non ci si può fermare ad una analisi di temi pitagorico-platonici, ma bisogna anche tener conto dellavvento del Cristianesimo e della lettura che di tali opere si diede nellepoca del dipinto. A tal proposito le mie ricerche si sono indirizzate verso due grandi pensatori e filosofi cristiani che si sono occupati di musica, teorie platoniche seppur in epoche e modalità diverse ma che sono in rapporto con il dipinto: Agostino, raffigurato nellopera, e Marsilio Ficino. Del primo ho studiato il De Musica e del secondo alcune teorie e la Theologia platonica, testi che, insieme con quello boeziano, sono stati alla base dello studio della musica anche per tutto il Rinascimento. Da tale percorso sono giunto a sciogliere il paradosso che mi aveva inizialmente colpito e a comprendere che il silenzio di Cecilia riguarda solo un silenzio sensibile, non assoluto: la santa non "sente" la musica che risuona negli strumenti ma la musica umana e celeste che la mette in contatto con Dio, attraverso un rapimento estatico. Gli strumenti sono solo uno dei passaggi che le permettono di raggiungere poi la vera essenza della perfezione divina mentre nellattimo ritratto nel dipinto il silenzio, non per le orecchie ma per quelle mentali di Cecilia, si trasforma in magnifica sinfonia che ha come direttore Dio. Michele Fumanti |
Cultura
|
Accademia dei Romiti | Prima pagina | Edizioni | Sommario |
![]() |
|
Per inserzioni o scambi link si contatti la redazione