Qualche domanda a marco Panfili, attore e regista di “Arte & Dintorni”, la compagnia teatrale gualdese

di Viola Farneti –

Che cosa mi può dire riguardo i progetti futuri di Arte e Din­torni?

Al momento in cantiere non abbiamo niente di stabilito, però siamo in tanti nella compagnia e tutti gli attori sono sempre in contatto; proprio venerdì scorso è stata fatta una cena dell’as­sociazione con un piccolo cabaret e questa settimana ci rivediamo per decidere il proseguo! In generale si può dire che quest’anno speriamo in un laboratorio più approfondito, con un maggiore av­vicinamento al teatro: l’anno scorso abbiamo lavorato sulle basi, mentre ora cercheremo di spostarci in una direzione che va verso la biomeccanica di Mager code, per concentrarsi più sulla gestuali­tà, cercare di tirare fuori emozioni tramite un teatro più fisico, più corporale, che faccia prendere coscienza di sé.

Ci saranno nuovi spettacoli?

Sicuramente sì, anche se non sappiamo precisamente riguardo cosa. L’anno scorso abbiamo fatto tre spettacoli e svariate altre at­tività: abbiamo partecipato alla Festa del teatro a Gubbio al teatro Ronconi con una mezz’oretta di scatch, a seguire è stata messa in scena la Tragedia di Aldo Moro a maggio, poi c’è stato uno spet­tacolo sulle Città Invisibili di Calvino e per ultimo Christmas Ca­rol di Dickens. Senza mai dimenticare ovviamente lo spettacolo di fine anno con il laboratorio della scuola a giugno! Questo per dire che comunque anche durante quest’anno di attività ce ne saranno sicuramente, sempre tenendo conto che i nostri ragazzi lavorano anche con la Filodrammatica e questo significa che in contempora­nea svolgono anche ulteriori spettacoli. In più abbiamo fatto anche delle cene con delitto, anzi, a proposito aggiungo che ce ne sarà un’altra la prima settimana di febbraio, questa volta che si terrà a Fossato di Vico. Per il resto, quest’anno per quanto riguarda me personalmente il lavoro sarà anche, come sempre in collaborazio­ne con la scuola, quindi avremo sicuramente un altro spettacolo a giugno. Con i ragazzi di Arte e Dintorni invece non c’è ancora nien­te di stabilito, però sicuramente ci sarà da vedere!

Quale sarà il vostro ruolo nel progetto RETE?

Per quanto riguarda noi come associazione, abbiamo proposto di fare dei laboratori teatrali all’interno di questo progetto gratuito che è rivolto ai bambini da 5 a 14 anni, per avvicinare chi ha meno possibilità economiche e più problematiche sociali, cioè in poche parole, chi probabilmente non avrebbe modo di avvicinarsi in ma­niera diversa. Ci sono 13 partner all’interno di questo progetto, tra cui Educare alla Vita Buona che è il capofila, poi ci sono altre associazioni come gli Istituti scolastici della fascia, da Sigillo fino a Nocera; abbiamo inoltre il Dipartimento di Fisica e di Biologia, insieme anche al Museo della Scienza, l’associazione Tarsina di Gualdo Tadino, l’Accademia dei Romiti e molto altro.

E nel progetto dell’ASAD fianziato dalla Fondazione Cassa di ri­sparmiuo di Perugia?

Il nostro apporto come Arte e Dintorni in questo caso, sempre in correlazione ad Educare alla Vita Buona, consiste nella proposta di creare una sala registrazioni audio per portare avanti un proget­to sulla produzione di audiolibri da dedicare a ragazzi che hanno maggiori difficoltà di apprendimento. Anche questo progetto è stato approvato e tra poco partirà la vera e propria messa in opera di questa sala registrazioni nel Teatro Don Bosco, che poi si è am­pliata anche a sala prove per registi: comprenderà tre stanze, due sale prove e una per la regia.

Cosa può dire della sua passione per il teatro?

Io mi sono avvicinato al teatro grazie ad una via di mezzo tra ca­sualità e sogni altrui, nel senso che mia madre faceva già teatro e quindi io andai sul palcoscenico con lei quando ancora ero picco­lo. Quando lei venne a mancare io non portai avanti questa sua passione, come fece invece mia sorella. Più avanti nel tempo, per destino o forse semplice casualità, subentrai nella sua compagnia per colmare la mancanza di un altro personaggio e così, una volta iniziato per dare una mano a loro, non ho più smesso. Ho iniziato con il teatro della Fama di Gubbio, poi ho cominciato a fare dei corsi di teatro con diversi attori, tra cui i direttori di un teatro in Ro­mania, e poi ho continuato la formazione con due allievi del mae­stro Grotowski. Negli anni ho fatto esperienza anche con Dario Fo, con Carlo Boso per la commedia e in più anche tre anni di scuola di improvvisazione a Perugia, per nulla togliere però a tutto quello che ho imparato da autodidatta. Sicuramente anche lo svolgere i laboratori a scuola con i ragazzi mi ha aiutato: trasmettere quello che uno sa non è una cosa destinata solo a sé stessi, ma ha uno step in più.

Come funziona il laboratorio teatrale dell’Istituto Casimiri?

Abbiamo più o meno a disposizione 25 incontri da 2 ore l’uno, perciò il tempo non è moltissimo. Inizialmente, una prima fase è sempre dedicata all’uso del corpo e alla creazione di uno spirito di squadra: un gruppo eterogeneo è fondamentale per una buona ri­uscita e quindi è necessario aiutare i ragazzi a prendere confidenza con gli altri, dato che essendo 34/35 studenti provenienti da classi diverse è normale che i primi mesi bisogni lavorare sul feeling.

Un consiglio per far avvicinare i giovani gualdesi al teatro?

Questa è sicuramente una domanda impossibile a cui risponde­re. È difficile trovare degli spunti per far appassionare i ragazzi; tutto quello che posso consigliare è di andare a teatro, decidere di vedere e provare prima per poi capire di essere interessati o di non esserlo. D’altronde il teatro non è una cosa che tutti possono comprendere probabilmente, serve un po’ di spirito: basti pensare al fatto che in altre lingue come il francese e l’inglese il verbo “re­citare” corrisponda alla parola del verbo “giocare”.

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