di Enzo Storelli –
Premesso che le immagini dei due antichi altari che corredano questo articolo, ricavate da vecchie, preziose lastrine fotografiche in vetro, mi sono state trasmesse da Daniele Amoni che le ha avute in visione in occasione dell’incarico ricevuto per l’allestimento della mostra fotografica per il bicentenario dell’Istituto Bambin Gesù, vengo alla trattazione dell’argomento. Quando Daniele, invitandomi alla loro pubblicazione, mi ha chiesto dove le opere corrispondenti avessero sede, la risposta è stata immediata: esse ornavano un tempo la chiesa delle Suore Benedettine di S. Maria Maddalena in Gualdo, chiesa con un destino purtroppo sfortunato. Ho scritto “ornavano” perché esse sono finite come, nel 1955, è finita la chiesa per cui erano state realizzate. Per il noto istituto femminile di istruzione delle Suore Oblate del Bambin Gesù (subentrate alle Benedettine nel 1817) se ne richiedeva una ampia, luminosa. Demolita l’antica, smembrati gli altari, tutto era ormai affidato alla memoria, che riemerge sessantadue anni dopo con questa nota.
La chiesa in argomento venne edificata in Gualdo tra il 1375 e il 1381. Le è contemporanea (1382) quella omonima di Perugia, anch’essa delle Suore Benedettine, oggi adibita ad autorimessa.
Numerosi furono gli insediamenti benedettini maschili e femminili in Umbria, scambievoli i rapporti, la mobilità, le reciproche informazioni sugli artisti ai quali dare incarico per le loro chiese.
Come suo costume, Ruggero Guerrieri (1933) fornisce esaurienti notizie sulla chiesa gualdese nel tempo, sugli altari e relativi dipinti, detti seicenteschi, non esprimendo valutazioni sui loro autori.
È questo il compito che lo scrivente si è assunto dopo opportune ricerche.
Inizio dal quadro all’altare della Concezione ritenuto “lo Sposalizio di Maria” ma che deve interpretarsi come “l’Incontro di S. Gioacchino e S. Anna”, genitori della Vergine, alla Porta Aurea di Gerusalemme. Di esso cita soltanto la predella (è l’unica citazione sulla chiesa) Mariano Guardabassi (1872) in questi termini: Alt. a S: Tav. ad olio divisa in tre parti – 1a S. Giuseppe e Bambino – 2a Maria del Rosario in trono con devoti – 3a S. Maria Maddalena; opera del secolo XVI. Correttamente ritenuta dallo storico dell’arte perugino del Cinquecento la predella, sulla sovrastante pala riporto le seguenti riflessioni. Anzitutto, non quadro del Seicento come dice il Guerrieri, ma del Cinquecento, come la mostra lignea. Ne suggerisce la datazione 1571 ca. la vittoria, in quell’anno, dei cristiani sui turchi nella battaglia di Lepanto attribuita al potere del Rosario. Era pontefice San Pio V (1566-72), rappresentato nel riquadro centrale della predella, particolare non citato dal Guardabassi. Nel registro superiore della pala vediamo Dio Padre tra Mosè e San Giuseppe, l’Immacolata Concezione che schiaccia il serpente simbolo del peccato, come prefigurazione della verginità di Maria. Nel cartiglio retto da San Giuseppe: tota pulcra es amica mea (dal Cantico dei cantici, 4, 7). Il tema dell’”Incontro” degli anziani genitori della Vergine è ricorrente nella pittura del Cinquecento e Gualdo ne offre una complessa, meditata raffigurazione. Relativamente all’autore, dovrebbe trattarsi di pittore perugino che lo esegue negli anni 1571-72. Dopo i precedenti di Matteo da Gualdo per Nocera e del figlio Girolamo per Gualdo. Passiamo ora alla pala della “Crocifissione”, così ricordata dal Guerrieri: il quadro in tela dell’altar maggiore (XVII sec.) rappresenta il Crocifisso con ai piedi la Madonna Addolorata, S. Giovanni Evangelista e S. Maria Maddalena. Per il suo aspetto severamente liturgico la “Crocifissione” è il testo pittorico più intenso della chiesa delle Benedettine gualdesi. Per la cronologia, siamo all’inizio del Seicento, tra ultimo manierismo e pittura di Controriforma. Quanto a paternità artistica, sono incline a ritenerla opera del pittore perugino Matteuccio Salvucci (1576-1637), personalità notevolmente espressiva. Egli fu anche miniatore. Negli stessi anni, Salvucci dipinse il “Salvatore sedente in gloria e Santi” per l’altar maggiore della chiesa di S. Maria Maddalena a Perugia che oggi ho richiamato in apertura per i rapporti che dovette intrattenere con l’eponima chiesa gualdese. Di questo quadro, firmato e datato 1608, nella sua “Guida” di Perugia (1784) Baldassarre Orsini riferisce: è dipinto magistralmente e fa onore all’autore. Il Guerrieri ricorda altri quattro dipinti nella chiesa delle Benedettine di Gualdo ma di essi non posso trattare in mancanza di documentazione fotografica.
