La Cultura con la “C” maiuscola torna a Gualdo Tadino

La cultura (con la C maiuscola) torna a Gualdo Tadino e sembra andare a genio ai gualdesi. Questa la prima impressione dopo gli spettacoli, ben quattro, che sono andati in scena nei due teatri gualdesi, il “Don Bosco” e l’appena ristrutturato “Talia”. Ad onore del vero, tutti spettacoli ad ingresso libero, ma è comunque una bella soddisfazione. Del successo (inatteso) della sessione inaugurale del Festival del Rinascimento, lo scorso 16 dicembre, si parla nel riquadro qui sotto. Ma grande successo ha avuto anche Il suono di Dante, andato in scena il 20 dicembre al Talia, con una originalissima lettura drammatizzata di alcuni passi dell’Inferno e del Paradiso da parte di Francesco Maccarinelli e Silvia Siravo, giovani attori già allievi del compianto Giorgio Albertazzi, con il quale lavorarono nella splendida edizione gualdese del Re Lear: oltre due terzi del teatro riempito, per la soddisfazione di Michele Storelli, presidente dell’associazione culturale Capezza – organizzatrice della serata – e di Daniele Gelsi. Teatro Talia quasi completamente pieno anche per il concerto di Mauro Giubilei, nella serata del 27 dicembre. Il cantautore gualdese, di fronte ad un pubblico di amici e conoscenti – ma non solo… – ha presentato un’antologia delle sue tante (“forse troppe” ha commentato con modestia durante lo spettacolo) canzoni da lui scritte nel corso della sua quarantennale carriera. Una serata che Giubilei ha inteso dedicare alla memoria di sua madre, recentemente scomparsa; una donna che, a Gualdo Tadino, ha allevato un paio di generazioni di pianisti. Proprio in suo onore, Mauro ha scelto una ventina di canzoni tutte accomunate dall’essere state ispirate da una figura femminile, una delle tante con cui il cantautore è venuto in contatto e che gli hanno ispirato quelle sensazioni e quei sentimenti che egli, di getto – come ha confessato nel corso dello spettacolo – schizza velocemente sulla carta, come testi di canzoni. Canzoni intense, prima fra tutte Marianna, dedicata alla memoria di un’allieva di Giubilei morta a causa di quello che oggi definiremmo “un pirata della strada”, e che ha fatto venire gli occhi lucidi ad almeno un terzo degli spettatori.  Canzoni coinvolgenti, come la finale Anais, dedicata alla sua attuale compagna, che ha chiuso in bellezza la serata. Canzoni intense, eseguite con l’accompagnamento della chitarra, del pianoforte o della tastiera, grazie alla collaborazione di musicisti amici, fra i quali la pianista gualdese Alessandra Carlotti. Spettacolo ovviamente di beneficenza, con le offerte raccolte all’ingresso devolute a favore dell’EASP.

Teatro Talia gremitissimo la serata successiva, con il concerto di Gaia Trionfera, al violino, e Alessandro Viale, al pianoforte. Un attesissimo ritorno della violinista gualdese nella sua città, dopo il breve concerto del luglio del 2015. In programma, con l’abilissimo accompagnamento (da protagonista) del maestro Viale (“bravissimo e sempre preparatissimo” dice di lui Gaia), uno Scherzo di Brahms, la Sonata KV304 di Mozart, le Danze popolari rumene di Bela Bartók, tre Salon pièces di Vieuxtemps, il Notturno e Tarantella di Szymanosky… Un ritorno davvero trionfale, anzi… Trionfera, con il Talia davvero colmo nei suoi 150 posti. «Suonare al Talia» mi racconta Gaia il giorno dopo «mi ha dato una grande carica ed energia; il calore umano che trapelava dal pubblico mi ha accompagnata per tutta l’esibizione con grande dolcezza. Nonostante sia ‘emigrata’ in giovanissima età, provo un forte attaccamento alle mie radici e alle persone che hanno fatto parte della mia crescita personale; ieri ho visto molti volti familiari e persone a cui sono profondamente affezionata, e questo mi ha riempito di gioia! Non avrei saputo trovare occasione migliore per chiudere in bellezza quest’anno intensissimo ma pieno di novità»

Ma a Gualdo Tadino, città che un tempo aveva addirittura una stagione lirica, forse si sono un po’ perse le usanze tipiche dei teatri ed è per questo che, dopo l’applauditissimo spettacolo, si è consumato un simpaticissimo equivoco fra Gaia, Alessandro e il pubblico, che non ha richiamato sul palco per la terza volta i musicisti, come solitamente si fa per strappar loro un ulteriore bis. «Finito il concerto» racconta Gaia «avendo molto freddo nei camerini, ci eravamo rivestiti velocemente ed eravamo rimasti un attimo male per la debolezza del pubblico che non ci aveva richiamati in sala. Quando, poi, un amico è venuto a dirci che tutti erano rimasti seduti a luci accese ‘in una silenziosa protesta’, ci siamo rivestiti in velocità e siamo saltatati di nuovo in scena, prendendo la cosa con simpatia e tenerezza verso un pubblico cosi attaccato.
Dopo una bella risata liberatoria da parte di tutti abbiamo regalato un ultimo pezzo, ottenendo il risultato desiderato con il pubblico più caldo del 2016»

E per il 2017? Quali fatiche attendono Gaia? «Il 2017 si prevede un anno bollente» spiega Gaia «Dopo il successo di questa settimana con ‘LGT young soloists’, sarò impegnata già dai primi giorni di gennaio nella registrazione di un CD per Sony e a febbraio inizierà la prima tappa del tour in Israele, a Tel Aviv e Gerusalemme. Tenterò anche un paio di concorsi internazionali… Come l’anno scorso, sarò in stagione a Roma con Robert McDuffie in aprile e in giugno, poi di nuovo al tempietto a Roma e in novembre, a Milano, per la società italiana dei concerti, terrò un recital all’Auditorium Gaber sito nel grattacielo Pirelli. Vorrei aggiungere che quello che si è sentito ieri sera è solo la punta dell’iceberg, perché dietro ci sono mesi, anzi anni di lavoro, sei/otto ore al giorno di studio individuale, lezioni bisettimanali e una pazienza infinita … Per questo vorrei ringraziare soprattutto la prof.ssa Dora Schwarzberg, il mio mentore, la mia guida, la mia insegnante, che mi supporta e sopporta ogni settimana, tirando fuori il meglio di me…»

Be’, allora, in bocca al lupo, Gaia, per i tuoi prossimi impegni. Ti auguriamo di diventare più famosa di Hilary Hahn (uno dei mostri sacri del violino ndA) e, soprattutto un bel contratto con qualche casetta discografica, anche piccolina… non so… tipo la Deutsche Grammophon…

«Cosette da nulla, insomma. Crepi il lupo. Grazie e a presto!»

Ci contiamo.

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