La crisi del lavoro è grave – In zona, proposti solo lavori che non richiedono specializzazione

di Riccardo Serroni –

Quanti sono i disoccupati o inoccupati nel nostro territo­rio? Come funziona il raccordo tra offerta e domanda di lavoro? E’ stata interessante la visita allo sportello del lavoro di Gualdo Tadino in piazza del mercato dove mi accoglie la dr.ssa Sabrina Mencarelli, una delle due addette. Lo sportello è aperto nelle mattinate dal mercoledì al venerdì e nel pome­riggio di giovedì. E’ il 2 di gennaio e c’è una discreta fila.

Le deleghe dei Centri per l’impiego furono trasferite dal Mini­stero alle Provincie e poi (dopo il decreto Del Rio) alle Regioni. La Regione Umbria ha costituito l’ARPAL (Agenzia Regionale Po­litiche Attive del Lavoro) che a sua volta è collegata con l’ANPAL (Agenzia Nazionale delle Politiche del Lavoro) del Ministero del Lavoro. Lo Sportello del Lavoro di Gualdo Tadino dipende dal Centro per l’Impiego di Foligno. Una struttura complessa non sempre coordinata adeguatamente nei suoi vari rami.

Al momento del colloquio in tutta la provincia di Perugia ci sono 49 proposte per 67 posti di lavoro (qualche proposta è per più lavoratori). Rispetto alla strabordante richiesta è un’inezia. In tutta l’Umbria, nel 2° quadrimestre 2018 (gli ultimi dati dispo­nibili), erano iscritti ai Centri per l’impiego 71.109 persone in cerca di lavoro. A Gualdo Tadino 1420, dei quali 292 uomini e 728 donne; con 88 nuovi ingressi nella disoccupazione ed 8 uscite ed un saldo tra assunzioni (333) e cessazioni (396) ne­gativo.

La crisi è più grave che mai. Le proposte di lavoro provengono da Perugia, Corciano, Marsciano, Assisi, Bastia Umbra, Todi, Val­fabbrica, Passignano sul Trasimeno, Città della Pieve, Piegaro, Panicale, Chiusi, Città di Castello, Castiglion del Lago, Cerreto di Spoleto, Foligno, Sellano, ma nessuna da Gualdo Tadino e dalla fascia appenninica. Ma non è detto che nell’Alto Chiascio non ci sia richiesta: “Il fatto è- spiega la dr.ssa Mencarelli- che il no­stro sportello intercetta solo una parte delle offerte. Nel nostro territorio funziona molto il passa parola (quindi l’amicizia, il pa­rente, la conoscenza diretta) e ci sono anche le agenzie interi­nali. Oggi, addirittura, arrivano offerte di lavoro anche tramite facebook”. Inoltre, soprattutto chi ha dimestichezza con il web, chi cerca lavoro può candidarsi da solo. Può essere molto utile, per tale obiettivo, collegarsi al sito https://lavoroperte.regione. umbria.it che offre un ventaglio di offerte in tutta l’Umbria e ci si può candidare on line.

Altro dato che fa riflettere riguarda la tipologia delle richieste. In genere vengono richiesti profili molto bassi dal ragioniere, all’infermiere, fisioterapista, magazziniere, macellaio, aiuto cuoco, agricoltore, pittore edile, banconiere…) E ciò spiega come mai chi ha una elevata formazione universitaria emigra al nord o all’estero. Nel milanese c’è una colonia di giovani laure­ati gualdesi (che hanno costituito anche un gruppo WhatsApp). Stiamo perdendo un’intera qualificata classe dirigente.

Il tipo di contratto più frequente proposto è quello a tempo de­terminato con qualche tirocinante ed apprendistato. Soltanto 4 le proposte per un contratto a tempo indeterminato. Altra con­siderazione che denota il degrado del lavoro dipendente è una situazione di vero e proprio sfruttamento. Contratti fantasiosi sottopagati con una precarietà assurda (anche di settimana in settimana) che non danno la minima garanzia per il futuro. Profili molto bassi, dicevamo, ma non generici. Sono richieste, comunque, delle competenze specifiche (fisioterapista, infer­miere, addetto inserimento dati, ragioniere, e così via).

Da qui l’importanza fondamentale della formazione utilizzando le opportunità che offre la Regione con i bandi ad hoc come pacchetto adulti e garanzie giovani.

Nei dati Istat pubblicati dalla Regione nella classifica dei 50 mestieri con più assunzioni a tempo indeterminato ci sono gli addetti agli affari generali (310), personale non qualificato per pulizia di uffici (219), commessi vendita al minuto (181), mano­vale nell’edilizia (146), cuochi (136), camerieri (118), conduttori di mezzi pesanti (101), baristi (98), infermieri e ostetriche (97), facchini 79), addetti alle consegne (65), ecc. Nei contratti a ter­mine (che sono la stragranda maggioranza, in testa ci sono ca­merieri (5502), braccianti agricoli (2206), conduttori di macchi­nari per pasticcerie e forni (1568), commessi (1513), addetti alla assistenza personale (1489), baristi (1465), cuochi (1313), colla­boratori domestici (1015). Chi è interessato alla consultazone completa può collegarsi al sito internet della Regione Umbria http://www.regione.umbria.it/lavoro-e-formazione/bollettini

In tutto questo il reddito di cittadinanza come si inserisce? An­cora nessuno lo sa: “Certo è- ci spiega la drssa Mencarelli- che i centri per l’impiego dovranno essere raccordati in rete con altri soggetti che intercettano le offerte di lavoro”. Insomma, è tutto un percorso ancora da costruire.

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