di Pierluigi Gioia
Che rapporto hai con i tuoi nonni e, in generale, con i parenti che sono rimasti o sono tornati in Italia?
A mio nonno Gianni sono molto affezionata, mi ha sempre dato tutto quello di cui avevo bisogno, mi ha sempre amata da quando sono nata e io oggi, anche se sono abbastanza occupata con gli amici, gli studi, il lavoro, provo ad essere qui per lui come posso. E i parenti in italia ci chiamamo qualche volta durante l’anno e quando vado in italia sono sempre accolta benissimo! I miei nonni rimangono in Francia anche per stare con noi, dunque quando li vedo è come se fossi un po’ in italia!
Laura, in un tuo profilo social ti definisci “l’italienne”: è un appellativo che ti sei data tu oppure sono gli altri a chiamarti così?
In effetti, mi presento sempre a delle nuove persone così: “Salut, je suis Laura et je suis italienne!”. Sono molto fiera delle mie origini e questo i miei amici possono confermarlo! Mi chiamano l’italienne perché lo dico sempre io che sono italiana… Ah, Ah!
Che cosa significa essere italiana di seconda generazione, visto che tu sei nata in Francia da padre italiano, che ha studiato in Francia? Che legame senti ancora con la patria da cui hai origine?
Per me significa avere una multi-cultura: ho imparato la cultura francese e i miei nonni mi hanno insegnato quella italiana. Ma io mi sento tanto italiana quanto francese. Sono molto affezionata ai miei due paesi di origine.
Napoleone Buonaparte, che era corso (quindi italiano), si cambiò il cognome in “Bonaparte” per non mostrare la sua origine; il tuo cognome è più fortunato perché, finendo con la “e” e non avendo dittonghi, si legge in francese quasi come in italiano. Ma il tuo nome? Di’ la verità: ti piace più sentirti chiamare “Laura” o “Lorà”?
Mi piacono entrambi i modi: il mio nome, infatti, lo ha scelto mia mamma perche si pronuncia nelle due lingue diversamente: lo ha fatto apposta. E trovo bellissimo poter avere due modi distinti di pronunciarlo. Anche se Laura, in italiano, dà più carattere all’intonazione ed è un po’ piu poetico, “l’aura” in francese significa che si vede qualcosa in più di un’altra persona, come se vedesse l’anima fuori dal cuore. E io sono molto sensibile alle emozioni degli altri, riesco a capire e a ‘sentire’ qualche situazione senza parole, forse perché m’interesso molto alle persone. Ecco perché il mio nome mi definisce bene nei due modi di pronunciarlo.
Sii, sincera. Quando Canal + ha mandato in onda quello spot di cattivo gusto sulla “Corona pizze”, che cosa hai provato?
Non ci ho fatto caso, ma avrei preferito che la Francia fosse stata più solidale con l’Italia piuttosto che fare delle barzellette così. Anche se l’Italia si prendesse gioco della Francia sarei lo stesso un po’ delusa. Perché sono attaccata ai miei due paesi allo stesso modo e poi perché la Francia non è tanto diversa dell’Italia: le culture sono molto vicine e sarebbe stato più bello un bel messaggio di incoraggiamento che questo spot…
In generale, percepisci, oggi, nella vita di tutti i giorni, ancora un certo sentimento di scarsa simpatia per gli italiani da parte dei francesi, ricordo dei tempi in cui i nostri connazionali venivano in Francia per lavorare? Oppure è tutto acqua passata, per fortuna….
No, per me aprire le proprie frontiere ed accogliere culture diverse è stata la migliore cosa che la Francia abbia potuto fare. E mio nonno è arrivato così. E, anche oggi, c’è una fuga dei cervelli dall’Italia per venire qui in Francia. I miei amici, su questo, non scherzano mai e anche le persone meno vicine a me. Dunque, penso che sia un’idea un po’ superata nella mentalità delle grandi città (come Lione dove vivo io).
Parlaci un po’ di te. So che fai studi di tipo artistico…
Sì, ho fatto 3 anni di studi di design. Design di prodotto, che consiste nel creare nuovi prodotti partendo da un’idea o da un gruppo di persone. Il prodotto è ideato dal bisogno di una persona, o di un gruppo di persone. È un’attività molto creativa perché devi sempre pensare a nuove cose e nuovi concetti.
Il design è bellezza. È forse per questo che hai partecipato ad un concorso di bellezza, Mademoiselle Rhône, e, tra l’altro, lo hai anche vinto?
Si, è vero: ho vinto Mademoiselle Rhône e sono stata seconda a Mademoiselle Rhône Alpes. Ma è stata mia madre che mi ha iscritta, a mia insaputa! Dunque, non l’ho fatto da sola… l’ho fatto per via della mia mamma!
Come ti sei sentita? Raccontaci un po’…
È stato come un gioco per me: ero assolutamente inesperta e spontanea e penso che sia stato un po’ questo che mi ha fatto vincere… ma è stata un’esperienza molto simpatica: ho incontrato nuove persone e sono andata a qualche evento abbastanza VIP. Ma la cosa più interessante è stata guardare… come la gente mi guardava mentre portavo la banda del concorso. Mi sono molto divertita!
Quali sono i tuoi hobby, in generale?
La mia passione principale è la danza, poi amo tanto mangiare, soprattutto il cibo italiano: penso che sia mia nonna ad avermi dato quest’altra passione… Ah… Ah…. Poi ho fatto un po’ di boxe (attenti, maschietti! ndr). Poi evidentemente il disegno, visti i miei studi!
Che cosa vorresti fare al termine dei tuoi studi?
Voglio fare ancora uno o due anni in un altro settore per vedere cosa posso aggiungere a quello che ho già imparato. La comunicazione, L’UX per esempio, gli event…i tutto questo mi interessa. Sto ancora cercando dove andare…
Quando avrai dei figli, darai loro un nome italiano o francese? E ti piacerebbe che imparassero bene l’italiano?
Per i miei figli non lo so perché, forse, non vorranno due nomi lunghi… no, non ci ho pensato a questo, ma di sicuro parlerò italiano con loro. È stato molto utile per me, nei miei studi, nella mia vita e anche per la mia famiglia, parlare italiano! Spero che i miei figli saranno così entusiasti delle loro origini!
