Il naufragio della Bourgogne

di Daniele Amoni –

Quanti nostri emigrati perirono nelle lunghe traversate oceaniche alla volta delle Americhe? Moltissimi, a causa sia di naufragi che di malattie, ma anche di stenti.

In questo breve saggio voglio parlarvi del piroscafo francese “Bourgogne” di proprietà della Compagnia Generale Transatlantici, società anonima con sede a Parigi.

Il 4 luglio 1898 la nave, dopo una collisione con il veliero inglese “Cromartyshire”, affondò al largo della Nuova Scozia causando la morte di 549 persone tra cui moltissimi emigrati italiani. Il giornale dell’epoca di Parigi “Petit Journal” pubblicò in prima pagina le orribili scene dei corpi delle persone annegate e poi spinte dalle onde sulla spiaggia.

La responsabilità delle tragedie in mare delle navi che trasportavano gli emigranti italiani furono causate in alcuni casi dalla trascuratezza degli armatori e dalla mancanza di controllo da parte delle autorità competenti addette a visionare queste navi passeggere e da trasporto commerciale.

Va evidenziato che i nostri emigranti che si sono trasferiti oltreoceano dalla fine dell’800 fino agli inizi degli anni ’30 del secolo scorso, erano semplici braccianti, artigiani, contadini e manuali, per lo più analfabeti. Questi che partivano, con valigie di cartone legate con spago, e con pochi indumenti, affrontavano un viaggio rischioso e pericoloso per l’epoca, verso il sogno americano, nella speranza di un’esistenza migliore per se stessi e per le proprie famiglie.

Ai nostri figli faremmo bene a far conoscere la terribile realtà

di quella che è stata l’emigrazione italiana. In particolare quando i nostri connazionali venivano schiavizzati e utilizzati come bassa forza nella manodopera nelle industrie americane, nelle piantagioni del Brasile e dell’Argentina, spesso truffati e mal pagati da sfruttatori di turno. Far sapere ai nostri figli il terribile destino di molte italiane cedute a bordelli e di bambini venduti a pedofili di turno. Basta vedere alcune foto d’epoca degli emigranti e ci si rende conto come erano trattati i nostri connazionali sulle navi, stipati come animali da macello, dove il fetore delle feci, del vomito e le esalazioni rendevano l’aria nelle stive irrespirabile.

Da mie ricerche d’archivio ho trovato due famiglie di Sigillo che perirono nel naufragio del “Bourgogne”: la famiglia di Luigi Nasoni composta da due adulti (i genitori), quattro fanciulli e un uomo, unitamente alla famiglia di Ferdinando Staffaroni composta da 2 adulti e un infante. La notizia fu comunicata al Comune di Sigillo da Parigi il 20 ottobre 1899.

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