di Jessica Giacometti –
A seguito del nuovo DPCM di contenimento della diffusione del coronavirus, il XVI appuntamento del festival Memorie Migranti, a cura di Catia Monacelli, direttore del Museo dell’Emigrazione, testimonial Piero Angela, si è svolto online, in edizione speciale 2020, dal 9 all’11 dicembre.
L’esperienza, nata dal Concorso Video Memorie Migranti e diventata festival già dallo scorso anno, è un appuntamento fisso per la città di Gualdo Tadino, nel quale si affronta un tema caro agli italiani: quello del grande esodo migratorio, che coinvolse l’Italia dalla fine dell’Ottocento e che ha riguardato più di 27 milioni di partenze.
Il Museo Regionale dell’Emigrazione “Pietro Conti” centro di ricerca sull’Emigrazione Italiana, con il patrocinio del Comune di Gualdo Tadino, del Consiglio Regionale per l’Emigrazione e dell’Istituto per la Storia dell’Umbria Contemporanea, non si è fatto scoraggiare dalle restrizioni legate alla situazione emergenziale in cui stiamo vivendo e ha arricchito il Festival con presentazioni di libri, dibattiti, letture e proiezioni sul tema dell’emigrazione italiana all’estero e sugli scenari attuali.
Gli eventi del Festival, caricati attraverso la pagina Youtube Memorie Migranti Festival, la pagina Facebook Museo dell’Emigrazione Pietro Conti e attraverso i canali social dei media partner, Erreti-Radio Tadino, Gualdo News e Trg Media, sono sempre disponibili in differita nei canali online.
La ricca kermesse ha aperto i battenti con le presentazioni dei libri “Quei bravi ragazzi. Temi e figure della letteratura italoamericana”, di Gianni Paoletti, docente di Filosofia e Storia, e la ristampa di “Migrazioni e culture alimentari”, di Davide Paolini, Tullio Seppilli, Alberto Sorbini.
Suggestiva e interessante è stata la speciale visita guidata virtuale del Museo Regionale dell’Emigrazione Pietro Conti, seguita dalla riflessione sul tema della multiculturalità e sui fenomeni di razzismo e xenofobia di cui sono stati vittime gli italiani emigrati all’estero.
Il dibattito è proseguito con l’esposizione del lavoro di Benedetta Fabrucci, studentessa del Master “Immigrazione. Fenomeni migratori e trasformazioni sociali” dell’Università Ca’ Foscari, che ha affrontato il tema della genesi del fenomeno immigratorio in Italia e il caso degli Jugoslavi transfrontalieri in Friuli-Venezia Giulia.
Il programma si è concluso con una sezione dedicata alle “Storie di famiglia”, in cui sono state presentate le testimonianze: “L’emigrazione umbra in Argentina: il caso della famiglia Frondizi” e “Un angelo in miniera”, di Sebastien Mattioli.
Il Museo dell’Emigrazione Pietro Conti, in attesa della riapertura al pubblico, ha inoltre realizzato una programmazione esclusivamente online. Si tratta di un utile supporto per l’insegnamento in modalità a distanza. Il materiale è completamente gratuito, basta un click sul relativo link all’interno dei canali social o del sito del Museo. Un plauso quindi al Polo Museale di Gualdo Tadino che non si è fatto abbattere da questo anno complicato, ma si è riorganizzato in una veste tutta nuova e digitale. Non ci resta, quindi, che farci trasportare in questo viaggio virtuale! Come insegna la storia occorre una rivoluzione dello spirto per risolvere queste e altre problematiche, che nella nostra società mercantile non è dato di intravedere.
