di Pierluigi Gioia –
Esistono voci che sono naturalmente belle, limpide, melodiose; altre che sono misurate, frutto di un paziente lavoro di tecnica vocale e sono sempre commisurate allo scopo. E poi ne esistono di altre che, come va di moda nella… musica di oggi, sono artificialmente brutte, prive di grazia e di attrattiva. Quella di Arianna Rossetti, insegnante di matematica, in forza quest’anno alla scuola secondaria “Storelli” di Gualdo Tadino, appartiene senza dubbio alla prima categoria. E poiché ci è parso davvero inusuale che un’insegnante di matematica canti con una voce così argentina e perfettamente modulata, le abbiamo rivolto qualche domanda.
Arianna, innanzitutto complimenti per la tua bellissima voce e per la gran perizia con cui la usi: non mi dire che canti solo sotto la doccia perché non ci credo…
Grazie infinite per questa opportunità di parlare della mia grande passione. No, non canto solo sotto la doccia, anche se le migliori performance riescono sempre lì! Canto da circa 20 anni e faccio concerti con la stessa band da 12.
Qual è il tuo primo ricordo legato alla musica o al canto? Com’è nata questa passione?
A 5 anni iniziai lo studio del pianoforte che poi fu sostituito nel mio cuore dallo strumento vocale. La mia prima esibizione canora davanti ad un pubblico avvenne nel salone parrocchiale di Ponte S. Giovanni. Credo fosse il 2002, mi iscrissi ad un concorso organizzato dalla parrocchia, con un paio di amiche come coriste. Cantammo “E ritorno da te” di Laura Pausini e riportammo il premio “miglior voce”. Questo riconoscimento accese in me il desiderio di approfondire la vocalità ed iniziai così lo studio del canto.
Ho poi partecipato a varie masterclass e vinto diversi concorsi e riconoscimenti. Negli ultimi tempi ho frequentato corsi di formazione sulla tecnica e igiene vocale tenuti dal Prof. Fussi e a breve inizierò un master di primo livello in vocologia artistica.
Il momento più bello della tua carriera musicale?
Ce ne sono stati tanti. La musica negli anni mi ha regalato molte emozioni e mi sento profondamente fortunata. Indimenticabili sono stati i riconoscimenti ricevuti a SanremoLab , a Castrocaro, a X Factor e in altri contesti televisivi. Ma forse le emozioni più grandi me le hanno regalate i miei allievi di scuola. Mi è capitato di cantare per loro e di vederli emozionarsi…
E qual è, invece, il momento in cui hai capito che anche la matematica sarebbe stata la tua strada futura?
Alle scuole medie. Avevo una professoressa davvero brava, chiamata Patrizia Casavecchia. Mi sono detta “io da grande vorrò essere come lei”. Ed eccomi qui. Non ho il suo numero e non sono riuscita a ricontattarla ma vorrei tanto che sapesse che sono entrata di ruolo e che le sue lezioni hanno dato un senso alla mia vita.
Cara Arianna, la risposta è nota sia da quando Johann Sebastian Bach, nel Clavicembalo Ben Temperato, dopo aver definito i rapporti numerici che regolano la distanza fra le note di una tastiera, li usò per comporre delle melodie divine, ancor oggi di insuperata bellezza; ma io te lo chiedo lo stesso e, anzi, ti chiedo di più: qual è l’intimo legame, a tuo parere, fra la musica e la matematica, anche nella tua vita?
Questo è stato l’argomento della mia tesi di laurea, ho tenuto anche diverse conferenze sul tema. Il rapporto tra musica e matematica è strettissimo ma in questo contesto non entro nello specifico, anche perché rischieremmo di annoiare i nostri lettori. Ci sono dei miei video su YouTube se qualcuno volesse approfondire. Per quanto riguarda me, invece, è l’aspetto comunicativo a fare da collante tra il mio essere cantante e il mio essere insegnante. Si tratta di trasmettere qualcosa, ed in entrambi i casi la chiave è suscitare un’emozione. Si insegna solo provando ad emozionare, e non creando tensioni o frustrazioni, soprattutto se si tratta di una materia come la matematica.
Mi hanno raccontato che, ai tuoi alunni pigri nello studio dell’aritmetica e della geometria, gliela canti chiara… scherzo, ovviamente! Ma fa comodo aver una voce così bella, o comunque 13 – agosto 2022
saper modulare bene la voce, ad un insegnante di matematica o di qualunque altra materia?
Oltre che migliorare la competenza comunicativa, saper cantare aiuta anche a preservare le corde vocali. Gli insegnanti lavorano con la voce, strumento delicato e prezioso. Spesso le colleghe mi chiedono consigli per non arrivare afone a fine giornata. Ci sono delle tecniche e lo studio di esse mi agevola moltissimo.
Ci puoi raccontare qualche episodio simpatico a questo proposito?
Insieme alla Prof.ssa Ughi dell’ Unipg abbiamo ideato e messo in scena un musical sul rapporto tra musica e matematica. E’ stato molto divertente alternare la spiegazione di concetti matematici alle canzoni cantante da me.
Qual è il più bel complimento che ti hanno fatto, come insegnante, come cantante, come persona?
Una volta un alunno mi disse: “tutto quello che dice sembra una canzone”.
Non mi odiare per questa cattivissima domanda, ma mi sento davvero di dovertela fare: al momento presente, ti senti più realizzata, come persona, come sogni, come aspettative, quando sei dietro ad una cattedra o dietro ad un microfono?
Non saprei scegliere e spero di non doverlo mai fare.
Le tue prospettive future sia nel campo della musica sia in quello della scuola?
Nel campo della scuola ho superato il concorso ordinario e sono entrata di ruolo quest’anno, per ora non ho altre ambizioni. Mi piace molto il mio lavoro e, per un po’, credo proprio che continuerò a godermi questo traguardo, così tanto sognato e sudato. Nel canto chissà… in fondo non sarei la prima professoressa a sfondare nella musica!
Che ne pensi dei gusti “musicali” dei ragazzi di oggi?
Non ho pregiudizi, o almeno mi impongo di non averne, provo a farmi coinvolgere e a scoprire le nuove proposte insieme a loro. Se si apre la mente si riesce a cogliere qualcosa di buono e promettente. Non è tutta spazzatura, dunque.
Un’ultima perfida domanda (perdonami: noi giornalisti siamo degli impiccioni insopportabili…): saresti più contenta che, un domani, i tuoi figli intraprendessero una carriera musicale o una nel campo della ricerca scientifica? O tutt’e due insieme?
Se un giorno troverò la persona giusta con cui averne, vorrei dei figli realizzati. Mi piacerebbe che capiscano presto le proprie predisposizioni e che si dedichino a qualcosa che amano e in cui riescono bene. Mentirei se non dicessi che mi piacerebbe avere un figlio scienziato di mestiere e musicista per passione ma il massimo che posso fare è un appello per trovare almeno il partner con queste caratteristiche! Haha!
Grazie e mi auguro di risentirti presto su un palco. Quando sarà il tuo prossimo spettacolo?
Sono attiva sui social, pubblico lì regolarmente le date dei miei concerti. Grazie a te e a Il nuovo Serrasanta… a presto!
