di Euro Puletti –
“La Strada del Sale” tra Umbria perugino-eugubino-gualdese e Marca d’Ancona
Per ricostruire la storia d’un territorio occorre, innanzitutto, conoscere e comprendere l’origine, la logica e lo sviluppo della viabilità antica. L’intelligenza del territorio passa, infatti, per le sue strade!
“La Strada del Sale”, o “Via Salaria, o Salara Fabbrianese”, è uno di quei tracciati viari pastorali, di quelle “calles oviariae”, ricalcati sopra gli antichi sentieri di transumanza ovino-caprina che, dalla più remota antichità, pre-protostorica, attraversando e scavalcando la catena appenninica, congiungevano l’entroterra umbro alle terre costiere marine di quell’area che sarebbe stata, in progresso di tempo, nota come “Marca d’Ancona”.
L’attraversamento della catena appenninica
All’altezza dell’Appennino Umbro-Marchigiano, in corrispondenza del massiccio montuoso del Cucco, nel tratto compreso da Scheggia fino a Fossato di Vico, la Via Salara s’incuneava all’interno di due pervie valli, quelle dei torrenti Sentino e Rigo, con direzione Ovest-Est, vallate trasversali all’asse d’allungamento preferenziale, Nord-Sud, della catena appenninica.
Passando gli anni, questi assi trasversali, già utilizzati, in epoca pre-romana, da Umbri, Piceni e Galli Sènoni, servirono ai Romani quale base logistica per la loro trasformazione in diverticula, cioè a dire in “varianti di valico” della gloriosa consolare Via Flaminia, anch’essa realizzata, a tempo di record, quale “via strata” di rapido collegamento militare tra Roma e la “Gallia italica”.
Una storia fatta di contatti, scambi, commerci, incontri e scontri
Notevoli centri di crocevia stradale, noti come “Trébbi” o Trebula, Scheggia e Fossato, già Ad Ensem ed Helvillum in epoca romana, ripresero vita dopo le invasioni barbariche dei Germani, che ne distrussero i civili insediamenti romani, esattamente grazie alla viabilità umbro-romana, che era già servita, qualche secolo prima, proprio per asservire le popolazioni d’una Mitteleuropa di là da venire nei tempi. Per una sorta, così, di nemesi storica, i Germani percorsero a ritroso quell’“asse flaminio” che era stato il veicolo privilegiato dell’invasione delle loro terre e del proprio assoggettamento. Sulla Strada del Sale passarono, allora, nel 552 d. C., anche gli eserciti della Battaglia di Tagina.
La riunificazione medioevale dei tracciati
per esigenze di controllo, mobilità e sfruttamento
Nel Medioevo, i contatti, i transiti, i traffici, gli scambi, i commerci, tanto materiali quanto culturali, s’effettuarono, di nuovo, lungo le strade preistoriche di transumanza che rimisero in contatto territori ormai separati, o frammentati, dalla discesa dei Germani romanizzati e, poi, dalla divisione dell’Italia tra Bizantini e Langobardi. Vennero, così, riunificati, per esigenze di commercio del sale, del legname e d’altro genere, i territori occidentali tirrenici, già etruschi, dell’Umbria, con capitale Perugia e quelli orientali adriatici marchigiani, già dorico-gallico-piceni, con capoluoghi Ancona e Senigallia. E, qui, rientrò in giuoco la fondamentale Via Salara che riconnetté l’Etruria perugina alla Marca anconetana, attraverso il territorio cuscinetto umbro di Arna, nonché le valli del Fiume Chiascio, prima e del Giano-Esino, poi, per il tramite dello “snodo commerciale” di Fabriano, centro sempre di grande importanza produttiva, specie per la carta e le concia delle pelli. In questa rinata dinamica di comunicazione riassunse, altresì, notevole valore il centro di crocevia e di valico stradale del castello perugino di Fossato, i cui abitanti si affidarono, non a caso, al patronato di San Cristoforo, protettore dei viandanti e dei pellegrini. A partire dal XIII secolo, la Salara fu sicuramente utilizzata e controllata anche dai Templari perugini, i cui membri delle sedi di San Bevignate e San Giustino d’Arna la percorsero per gestire i loro interessi territoriali ed economici, Templari presenti a Fossato di Vico, con la commenda agricola di Santa Croce de Culiano, ma anche a Scheggia, dove, nel centro di Perticano, sorgeva la precettoria templare di San Paterniano de Rigopetroso. Un documento perugino attesta, infatti, come vi fosse un legame strettissimo tra due chiese arnati di Ripa, la pieve di Santa Maria e Sant’Emiliano e l’importante abbazia benedettina di Sant’Emiliano in Congiùntoli di Scheggia. Questo legame porta a pensare ad uno stretto rapporto tra l’abbazia di Sant’Emiliano e quella benedettino-templare di San Giustino d’Arna.
Ora, tale flusso di comunicazione, sostanziato in contatti e scambi, specie di natura culturale, ma, anche turistica ed economica, ripristinato il tracciato storico dell’asse viario, è pronto a riprendere vita, grazie alla realizzazione, ad opera dell’amico Generale Carlo Paciaroni e di tutti coloro che, con lui, hanno collaborato, del progetto della “Strada del Sale”, vòlto alla conoscenza, all’utilizzazione ed alla valorizzazione di tutto quanto s’incontra, di storicamente significativo, lungo tale percorso geo-storico e culturale, progetto specialmente destinato a salvaguardare la memoria di ciò che d’importante è stato, presso le nuove e future generazioni di giovani “viatores”.
